Veneto e Nessuno

 

 

Quante vuote spiagge

Ho passato

Vane di speranza

E limiti assurdi

In passato ho temuto

Lacerare il diaframma

Fra impeto e infinito

Che mai sia

Rendessero vana

L'essenza secreta 

Dei limiti miei veri

E sconosciuti

Sconosciuti ai solventi della ragione

(sì che mi hanno corroso)

È così che io venni

Alla conquista dei boschi

Sempreverdi

Pupazzo di sabbia

Friabile rena

Dialetto di mare

Brezza di niente

Fin qui sotto il monte

Dove il piano è piatto e greve

Ma del bosco solo l'ombra

Neanche di resina l'odore

Ombra in squadra

Con recinti privati

Privati di tutto

(quasi di niente)

E piante poi anche tante:

Piante di Ebéti

 

 

 

Copyright 2004 © Sergio Martella