SI PUÒ UCCIDERE UN FIGLIO PER "AMORE"?

I CRISTIANI CREDONO DI SÌ !

Queste immagini hanno oggettivamente un contenuto osceno. Esse riproducono fedelmente il messaggio che da duemila anni la pedagogia cristiana somministra a tutti i bambini battezzati ed educati ai precetti della fede. Gesù bambino e la croce sono i simboli più radicali della cristianità cattolica. In queste immagini il bambino e la croce (sulla quale si compirà il suo destino) sono messi assieme, senza interporre quel breve lasso di tempo che separa il Natale dalla quaresima di pasqua, durante la quale il "figlio di dio" viene ucciso per la salvezza dell'umanità. Questo è il nucleo dell'educazione religiosa per la quasi totalità dei bambini, fin dalle scuole materne; somministrata in forma assoluta di credo e di prescrizione, non di fiaba o racconto! 

Tutto ciò è osceno e blasfemo. Blasfemo contro i diritti universali del fanciullo, contro ogni sacro principio di rispetto dell'uomo, contro ogni visione della civiltà e della dignità della vita.

Il "bambinello" è l'immagine di Gesù ancora bambino che reca in sé i segni di un destino tremendo: quello di essere nato, di essere stato concepito, con il fine stesso di essere sacrificato attraverso un percorso di martirio (la via crucis), perché una volontà perversa pretende che solo in questo modo si possa emendare "l'innata cattiveria" dell'uomo! Chi afferma e pianifica questo destino? Il suo stesso genitore, nella fattispecie divina!

Appare dunque chiaro che l'educazione che utilizza il simbolo del crocifisso per introdurre delle suggestioni formative nella personalità del bambino è il modo in cui tanti genitori proiettano i loro impulsi di morte sui figli. Si pretende che la fede non possa e non debba essere sottoposta al vaglio della comprensione razionale al fine di soddisfare un intimo bisogno di perversione.

Il rito messianico del figlio in croce è parte di un sistema formativo diffuso ed egemone che costituisce la causa concreta e visibile di tanto disagio nei giovani, come pure dell'infelicità e del fallimento delle aspettative di vita negli adulti. É un preciso obbligo morale denunciare una simile concezione perversa della vita. É facile dimostrare la disumanità del concetto di "amore" cristiano, poiché è fin troppo evidente il conflitto che contrappone una sana educazione alla vita come incompatibile con l'esaltazione del sacrificio, del peccato e della morte. Ma è ancora più tenace la resistenza di tante persone che si dicono credenti a non voler riconoscere l'inconciliabilità della loro fede con le nozioni fondamentali dell'igiene degli affetti. Queste persone sono pronte a scatenare le loro pulsioni di aggressività e di distruttività, come è tragicamente avvenuto nella storia, piuttosto che abbandonare la loro pretesa di egemonia su ogni altra realtà culturale, istituzionale, educativa.

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SI PUÒ UCCIDERE

UN FIGLIO PER "AMORE" ?

I CRISTIANI CREDONO

DI SÌ !!!

M. A. movimento anticristiano

Quanta violenza è insita nella pedagogia nera della croce!

L'insegnamento cristiano non lascia scelta a coloro che sono marchiati,  fin dalla nascita, dall'attribuzione di una colpa originale:

-  il sadismo della prescrizione di un affetto immaturo che riconosce implicitamente (ma potrebbe essere più esplicito?) il diritto del genitore di disporre della vita del figlio come se fosse una merce propria

- il masochismo di una identificazione nel rito sacrificale che nel figlio credente genera stati di inadeguatezza e perversione

- l'ipocrisia di regola del 90% degli Italiani che si dicono cattolici ma dissentono, per convinzione e non per eccezione, dall'osservanza dei suoi obblighi morali (nell'etica quotidiana, nella sessualità e nei diritti civili).

L'amore non ha bisogno di sacrifici umani - guardati dall'"amore" dei cristiani!

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